Negli ultimi tempi ho scritto diversi articoli su object storage, NAS e Sync&share gateways (forse dovrei anche smettere se no sembra che questo sia un blog monotematico). Il problema è che credo molto nell’object storage e penso che, nel lungo termine, sarà la soluzione giusta per gestire correttamente le grandi quantità di dati create ogni giorno dagli utenti. Nel frattempo però dobbiamo dare risposte immediate mentre teniamo i piedi a terra…
Object storage… non ora, non per tutti
Sfortunatamente oggi molte aziende non sono pronte a migrare ad una piattaforma ad oggetti e, in molti casi, un NAS tradizionale è sufficiente per gestire i dati dell’azienda. Non è, fra l’altro, solo una questione di migrazione ma anche di muoversi da un tipo di storage ad un altro (con gli stessi servizi esposti) senza poi godere delle reali funzionalità che questo ha. Infatti se non si è in grado di creare metadati dai dati (concetto che andrebbe spiegato a fondo, lo so), alcuni vantaggi degli object storage spariscono…
Allo stesso tempo gli utenti chiedono nuovi sistemi per accedere ai loro file. Ora hanno tutti tablet e smartphone, insieme ai loro vecchi Notebook e Desktop, e hanno bisogno di accedere ai propri dati in ogni momento e da ogni dove. Sanno che questo è possibile e già usano servizi alternativi per farlo. Molte aziende soffrono l’esistenza di Dropbox (e altri servizi di livello consumer come quello).
Il cloud pubblico (come ad esempio Box) non è sempre una strada percorribile. Dal punto di vista tecnico non ci si può permettere di gestire differenti spazi (uno interno all’azienda sui file server locali ed un cloud storage) e, specialmente in Europa, leggi sulla località dei dati e scandali tipo NSA hanno una certa rilevanza facendo diventare il cloud pubblico una via poco percorribile.
I File server sono una cosa del passato
I file server e i protocolli tradizionali (come SMB) sono stati pensati per le LAN e non per le WAN o per internet. C’è di più, il sync&share è una cosa che gli utenti amano e gli IT manager fanno fatica a trovare un modo per dare a questi utenti una esperienza d’uso simile.
Il problema diventa ancora più evidente quando ci sono molti smartphone e table in azienda. Gli utenti tendono a passare dal PC al tablet e viceversa in continuazione perché migliorano la propria produttività utilizzando tool differenti in funzione del lavoro che stanno portando avanti in quel momento. Questo però, lavorando sempre sugli stessi dati, implica ancora una volta che è necessario un sistema unico di condivisione dei file.
L’ho già detto in passato: un sistema di sync&share privato potrebbe essere la soluzione ideale e potrebbe essere considerato come un sostituto di NAS tradizionali quando è necessario accedere agli stessi dati da più device. Il problema è che, originariamente, molti Sync&share non sono stati pensati per questo utilizzo e quindi hanno alcune limitazioni che potrebbero limitarne l’utilizzo.
Le soluzioni
La scorsa settimana, durante lo Storage Field Day, ho incontrato OxygenCloud. Questa azienda, già conosciuta per altri servizi di cloud storage, sta sviluppando un prodotto chiamato odrive. In pratica questa è una soluzione che permette di costruire una servizio sync&share on-premise. Può essere installato su un server Linux o Windows che accedono ad un NAS. Il prodotto non è perfetto al momento (è in beta privata) ma mostra un approccio molto interessante al problema e una sacco di idee interessanti.
La funzionalità che amo di più di odrive è la possibilità, da parte dell’utente mobile, di accedere a tutto l’albero delle directory e ai file senza doverli scaricare se non c’è bisogno (il client scarica solo i metadati inizialmente): questo fa risaprmiare tantissima banda e spazio sul device locale.
Oxygen non è la sola comunque: Netapp (ha recentemente rilasciato un prodotto che fa una cosa simile ma che funziona solo con i suoi storage) e PowerFolder (una piccola società tedesca con un prodotto molto carino da installare su server Windows per le SMB) sono solo due esempi.
Nota finale
I protocolli NAS tradizionali non sono stati disegnati per i tablet e gli smartphone ma, allo stesso tempo, non si può fare a meno di tener conto dei PC. I bisogni degli utenti sono cambiati e ora vogliono tutti avere accesso ai propri file da posti diversi. Il Sync&share è sicuramente un modo interessante per farlo. In alcuni casi potrebbe diventare il modo primario con cui si accede ai file mantenendo nel contempo una singola modalità di accesso.
Bellissimo articolo! grazie!