Voglio raccontare questa storia perché fatti del genere mi capitano continuamente e, al giorno d’oggi, sbagliare l’acquisto dello storage rischia di compromettere le performance e l’agilità di tutta l’infrastruttura!
In questi giorni sto aiutando un cliente a selezionare la SAN per l’infrastruttura che deve implementare. Questo cliente, per motivi legati ad una particolare piattaforma software, è costretto a mantenere un ambiente che supporti sia la parte legacy (IBM iSeries) che virtuale (VMware).
L’ambiente iSeries sarà configurato usando il VIOS (una piccola partizione AIX che si occupa di virtualizzare lo strato AS/400) e quindi il cliente ha potuto chiedere offerte a diversi fornitori, anche se poi la scelta sarà su colui che già gli fornisce il software.
In realtà non si sta facendo una vera trattativa, il cliente vuole solo capire se sta comprando la cosa giusta da quello che, per motivi strategici (non legati alla tecnologia), è comunque l’unico fornitore possibile.
La cosa più incredibile di questa trattativa è che, proprio l’offerta di chi avrebbe dovuto conoscere al meglio la vecchia infrastruttura, era quella che meno di tutte calzava con le reali necessità del cliente.
In pratica il cliente ha ricevuto l’offerta per un sottosistema disco configurato con oltre 14 TB di spazio raw (48 meccaniche), una vaga indicazione sul fatto che avrebbe ottenuto 11TB utili e il prezzo!
Che faccio lascio?
Il cliente, in un primissimo momento, è stato contento di ricevere un offerta per così tanto spazio ad un prezzo considerato molto valido ma i dubbi non hanno tardato ad arrivare. Si era anche fatto l’idea che gli veniva offerto così tanto in termini di spazio perché sicuramente è in vigore una qualche “offerta speciale”.
In realtà poi, quando ci siamo messi a discutere, anche se l’offerta fosse speciale risulterebbe sbagliata.
Un po di matematica
Il cliente ha poco più di 2TB di dati, quasi esclusivamente DB. A questi dati andranno aggiunti dei nuovi ambienti, identici agli altri, per circa un 10/15% di dati aggiuntivi a regime: parliamo quindi di, stando larghi, circa 2,5TB.
La crescita è modesta e facilmente prevedibile e, anche stando larghi, non sarà mai più di un 30% per i prossimi tre anni. Quindi, a conti fatti, arriviamo a poco più di 3TB di dati.
3TB sono quasi un quarto di 11TB! Ma se ciò non bastasse posso aggiungere un altro paio di informazioni per disegnare un quadro più completo.
Il primo fatto è che l’attuale ambiente iSeries è configurato con 88 HDD mentre quello proposto ne usa 48!!! Per farla breve, e non metterla troppo sui numeri, diciamo che le prestazioni che si ottengono da 88 HD sono circa il doppio di quelle che si ottengono da 48. Ora, fatto salvo che nessuno ha misurato il reale utilizzo dell’attuale storage in termini di IOps, il rischio reale è di trovarsi tanto spazio inutile e troppe poche performance.
Secondo, e non meno importante, VMware è stato completamente ignorato: il fornitore non ha minimamente considerato le necessità di IOps per la parte virtualizzata (che si, non è grande, ma aggiunge altra carne al fuoco).
Ma non è finita qui
Il sistema che è stato proposto è dell’ultima generazione ed è predisposto per tutte quelle features che ci si potrebbe aspettare (thin provisioning, snapshots, integrazione con VMware, ecc., ecc.) ma nell’offerta non ne è stata trovata alcuna traccia (non significa che non ci siano ma solo che non è segnalato se sono comprese nel prezzo). Alla domanda del cliente in merito è stato risposto con una frase del tipo: “non ti preoccupare il sistema è compatibile e certificato con vmware, funziona tutto!”.
I rischi di questo approccio
Lo spazio e il prezzo di acquisto dello storage non sono mai il problema, Il problema è sempre il Total Cost of Ownership (TCO)!!!
Lo storage, come tutto il resto dell’infrastruttura, deve essere configurato in funzione delle reali necessità e delle previsioni di crescita non perché “è in offerta”.
Avere a disposizione molto più storage di quanto necessario ma configurato male, senza tool di automazione e integrazione, porterà sicuramente dei forti disagi a chi poi dovrà usarlo tutti i giorni. Se poi, alla difficoltà e al maggior tempo necessario per la gestione, devo aggiungere che c’è un evidente rischio di doverne acquistare altro perché le prestazioni non saranno sufficienti, i rischi diventano insopportabili!
Penso solo al fatto di dover andare a chiedere al management un extra-budget per l’acquisto di risorse non previste (ma facilmente prevedibili)!!!
Nota finale
Comprare il giusto storage non è sempre facile ma sbagliare è semplicissimo! In ogni caso lo storage non si compra “un tanto al Kg”.
Poco tempo fa ho scritto un articolo in cui accennavo a come è suddiviso il TCO, pensiamo solo se andiamo a riempire quegli 11-3,5=7,5TB “ricevuti gratis” con dati “non necessari” che: si non sono fondamentali ma, si vanno backuppati!!! Quanto costa in quel caso lo storage gratis??!!
Pienamente d’accordo , spesso il cliente viene “abbagòiato” dal 3×2 estremo che nasconde sempre la gabbola.
Pienamente d’accordo , spesso il cliente viene “abbagòiato” dal 3×2 estremo che nasconde sempre la gabbola.