Mi capita spesso di essere coinvolto anche su progetti di rinnovamento tecnologico (nuove infrastrutture) per piccole aziende e faccio sempre più fatica a comprendere perché debbano investire tempo e denaro, rischiando anche di fare scelte sbagliate, su una infrastruttura che potrebbe risultare inadeguata per le loro esigenze invece di puntare sul cloud.
L’asimmetria informativa
Sembra incredibile ma è così, ogni progetto, anche il più piccolo, ha gli stessi requisiti di uno di grande dimensioni. Ogni attività economica moderna si regge sull’IT, non solo quelle che una volta erano considerate critiche: ora tutto è 7×24! Anche un negozio di elettrodomestici, se si fermano le casse (direttamente gestire dall’ERP aziendale) perde vendite e clienti.
Detto questo, il problema si sposta immediatamente da un’altra parte. In passato avevo già scritto di questo argomento: L’asimmetria informativa che nell’IT è tanta e nella PMI è ancora di più. (Uno degli obiettivi di Juku è proprio quello di diminuire questo divario).
Il problema è quindi che l’IT manager di una PMI (quando c’è) deve rimboccassi le maniche e iniziare la ricerca di una soluzione che possa metterlo al riparo da problemi (alla notte vuole dormire), che sia semplice da usare (è da solo o quasi) e che il suo padrone possa permettersi o sia disposto a pagare (mi è capitato anche di sentire la nuova A6 del direttore è più importante del DR!). Inoltre non è più come una volta, non c’è più solo il gestionale e qualche PC: le richieste degli utenti e del management aumentano costantemente!
Quindi, da un lato c’è questo “povero” IT manager che deve trovare una soluzione e, dall’altro, ci sono piccoli rivenditori locali e/o piccole software house (se si possono definire così) che ignorano come deve essere fatta una vera infrastruttura IT!!!
In pratica c’è un fortissimo rischio che, con l’aumentare e il diversificarsi delle esigenze, i risultati siano comunque inadeguati e molto poco apprezzati sia dagli utenti (e clienti) che dal management. Il risultato è uno stato di perenne precarietà.
D’altro canto, capisco che una PMI sia terrorizzata dalla possibilità di dover fare un salto di qualità (ed anche di costi)… soprattuto se questo può andare ad impattare sull’organizzazione aziendale e sulla fasulla “elasticità” della PMI italiana… (ma questo è un altro film).
Il problema è sempre quello: l’utente finale non ha la forza (ne il tempo) per aumentare la sua cultura e deve cercare un partner che gli possa garantire quello di cui ha bisogno.
Spesso però questo potenziale partner, costa poco, è locale, ma ha lo stesso problema: non ha avuto a sua volta la forza o le capacità di sviluppare delle conoscenze e innovare la sua figura (e le sue soluzioni). Ci si ritrova quindi in una situazione dove chi andava bene a fornire una soluzione, anche chiavi in mano (software + infrastruttura), 10/15 anni fa non è più all’altezza di farlo oggi, e per due motivi: il primo è che non ha avuto la voglia forza di aggiornarsi e l’altra è che questo andrà a ledere direttamente il suo business.
Certo, non sto parlando del 100% degli operatori IT locali, ma comunque di una buona parte di essi.
L’IT sta cambiando
Se è vero che l’adozione del cloud è più forte nella PMI, e se è vero anche che chi ne trae più vantaggio è sempre la PMI, forse è bene iniziare a valutare meglio questo tipo di soluzioni.
L’infrastrutura, soprattutto per una Piccola impresa, è una spesa grande ed ha un costo di gestione ancora maggiore! Uno dei vantaggi più visibili del cloud (soprattutto per chi paga) è la conversione da CAPEX a OPEX della spesa (in parole povere pagare per un servizio invece che immobilizzare dei beni).
Ovviamente quanto ho appena detto significa anche passare ad un modello pay-as-you-go: paghi per quello che consumi.
L’approccio “cloud first” per una PMI è il miglior modo per avere i vantaggi di una infrastruttura progettata al meglio con il minimo rischio e al costo più basso. Eliminare l’acquisto di hardware (e in molti casi di licenze software) e pagare solo per l’effettivo uso delle risorse può cambiare radicalmente la qualità e la quantità dei servizi che si possono richiedere o erogare. Un esempio pratico: alcuni software vengono venduti in pacchetti di licenze (magari da 10 o 25 utenti), assumo un nuovo dipendente e magari devo comprare un nuovo pacchetto da 25, poi lui se ne va dopo due mesi e io ho pagato per 25 licenze inutilizzate… sul cloud attivavo lo stesso servizio per due mesi e per il singolo utente!
Il cloud abbatte drasticamente il rischio di sbagliare che si porta dietro l’asimmetria informativa di cui parlavo prima: se compro un hardware sbagliato l’unica cosa che posso fare è comprarne un altro (o arrabbiarmi perché ho speso troppo!), se sbaglio a configurare un servizio cloud l’unica cosa da fare è riconfigurarlo (o cambiare provider). Sempre in questo senso posso rischiare e sbagliare di più: con il cloud posso ad esempio attivare un nuovo servizio di commercio elettronico in poche ore e spegnerlo se non funziona, il costo sarebbe minimo se paragonato ad un approccio tradizionale.
E’ una questione di agilità
Tutto quello che ho descritto sopra è molto importante ed è legato all’agilità che la PMI deve avere nel business per poter competere al meglio, soprattutto in momenti di crisi come quelli che stiamo vivendo.
Se siete una PMI e i vostri partner tecnologici non sono in grado di darvi anche una “vera soluzione sul cloud” state lavorando con il partner sbagliato!
Buona parte dell’infrastruttura di una PMI può essere “cloudizzata” con pochissimo sforzo (e grandi vantaggi) mentre per le applicazioni più verticali, come potrebbe essere un gestionale, è più difficile ma è ovvio che se ci si sta guardando intorno per cambiarla o per aggiornarla sarà bene verificare che la prossima generazione di queste applicazioni siano pronta per il cloud.
Il cloud è un modello di business nuovo e diverso: ci sono VAR e system integrator locali che si stanno muovendo in questa direzione (qui e qui) e altri che probabilmente non sopravviveranno.
Nota finale
Poco sopra ho menzionato una “vera soluzione sul cloud” e non era fra virgolette tanto per scrivere. Purtroppo non è tutto oro quello che luccica e il cloud non fa differenza: cloud è la parola del momento e tutti i fornitori la stanno usando nel modo che gli fa più comodo (spesso a sproposito).
Il cloud è comunque uno strumento. Il migliore investimento è diminuire l’asimmetria informativa che c’è fra azienda e fornitori: è li che si può trovare il massimo dei vantaggi!
mai nessuno menziona il problema del cloud
Senza una connessione internet decente e sopratto affidabile il cloud rimane un miraggio.
Se perdi la connessione sei a piedi e non muovi nemmeno un chiodo.
Dxb,
In alcuni casi, la connessione decente se non c’è si può creare con acceleratori di banda (noi li usiamo nei nostri progetti e funzionano).
Comunque è facile anche che l’azienda che usa strumenti cloud è molto più distribuita sul territorio (mobile).
discorso lungo che abbiamo anche affrontato nei nostri seminari http://jukuunplugged.com.
ciao,
Enrico
Sono d’accordo con te e visto che di questi tempi bisogna tenere i piedi per terra e non tra le “Clouds”, te lo dice uno che ha visto nascere il cloud in ambito Apple. Purtroppo anche con gli acceleratori di banda (viste le ns. infrastrutture italiane), non si ottiene un risultato apprezzabile ed in questo momento questa tecnologia è appannaggio di appassionati e illusi; alle Aziende ora men che meno puoi vendere false o perlomeno inique soluzioni.
mai nessuno menziona il problema del cloud
Senza una connessione internet decente e sopratto affidabile il cloud rimane un miraggio.
Se perdi la connessione sei a piedi e non muovi nemmeno un chiodo.
Dxb,
In alcuni casi, la connessione decente se non c’è si può creare con acceleratori di banda (noi li usiamo nei nostri progetti e funzionano).
Comunque è facile anche che l’azienda che usa strumenti cloud è molto più distribuita sul territorio (mobile).
discorso lungo che abbiamo anche affrontato nei nostri seminari http://jukuunplugged.com.
ciao,
Enrico
Sono d’accordo con te e visto che di questi tempi bisogna tenere i piedi per terra e non tra le “Clouds”, te lo dice uno che ha visto nascere il cloud in ambito Apple. Purtroppo anche con gli acceleratori di banda (viste le ns. infrastrutture italiane), non si ottiene un risultato apprezzabile ed in questo momento questa tecnologia è appannaggio di appassionati e illusi; alle Aziende ora men che meno puoi vendere false o perlomeno inique soluzioni.