In passato ho parlato spesso di Pure storage, la settimana scorsa li ho incontrati di nuovo ed ho avuto l’occasione di essere aggiornato sia sullo stato di sviluppo del prodotto che della loro strategia generale. Questa è anche l’occasione per continuare una discussione iniziata da Luca Dell’oca proprio sul perché uno dovrebbe scegliere o meno un prodotto SSD da una startup piuttosto che da un vendor primario (sempre che il vendor primario abbia qualche cosa di presentabile in proposito).
Anticipo subito che Pure mi piace per diversi motivi tecnici, ma anche perché hanno quell’atteggiamento da sbruffoni simpatici che, secondo me, in una startup, fa sempre la differenza. Un esempio si può trovare nel video che ho messo qui sotto (eche reputo stupendo!!!)… insomma hanno anche un certo stile nel fare le cose.
Le novità
Sul lato prodotto il tutto si potrebbe ridurre a: un nuovo controller (più di 400K IOPS), un sistema più grande (più di 200TB utili) e una vuota versione del software (più efficienza). Sono state aggiunte anche delle funzionalità che servono a pochi (come la crittografazione degli SSD, per dare soddisfazione agli enti governativi americani) ma il grosso l’ho già detto. Con questo annuncio siamo alla terza generazione, il che significa prodotto più maturo e solido.
Anche sul lato supporto ci sono dei notevoli passi avanti. Ora c’è un nuovo “Cloud Assist”, in pratica ogni sistema installato invia continuamente il suo stato verso un repository centrale, Pure poi usa questi dati non solo per fare assistenze ma anche per comparare il comportamento dei diversi sistemi. Per ora è a solo uso dei tecnici di Pure storage ma non è detto che in futuro non verrà rilasciato anche agli utenti finali come hanno già fatto altri.
Una menzione speciale poi va all’implementazione del sistema di snapshot che è particolarmente efficiente e granulare.
Facile quindi dire che il prodotto, a parte qualche difetto (come ad esempio la mancanza della replica remota, prevista comunque per fine anno), sia un bel prodotto. In ogni caso, a differenza di altri, Pure è molto attenta a specificare che tutte le funzionalità sono sempre attive e non sono disattivabili: questo significa che le performance che vengono pubblicate sono quelle che l’utente si deve aspettare “senza trucchi e senza inganni” nel suo ambiente di lavoro abituale! Ad esempio i benchamark pubblicati sono sempre per blocchi da 8KB (molto più realistico dei benchamrk che fanno vedere numeri da capogiro con blocchi da 1,2 o 4K).
La strategia
Il discorso strategia è comunque quello più importate. A me sono parse chiare due cose:
La prima è il fatto che Pure ha un bel sistema, maturo ed efficiente. Tanto efficiente che il posizionamento di prezzo, facendo leva su un ottimo rapporto fra $ e spazio utile, è nell’intorno di 5 $/GB o meno. Questo significa che il prezzo è paragonabile a quello di uno Array di fascia media ma con dischi tradizionali!
La seconda è che l’azienda, sicuramente ben finanziata, sta spendendo un sacco di denaro per accelerare al massimo l’espansione in Europa e Asia. Hanno già un ufficio a Londra e mi pare di aver capito che stanno cercando personale anche da noi. Aggressivi, da questo punto di vista, è dire poco… visto che il prodotto ha visto la sua prima versione pubblica meno di un anno fa!
Ovviamente puntano ad un’espansione rapidissima per sfruttare il loro vantaggio tecnologico.
Nota finale
Finisco con due domande e due risposte:
Perché un’azienda Italiana dovrebbe guardare ad un array tutto flash prodotto da una startup invece che da un fornitore primario?
La risposta è facile, sempre che un’azienda Italiana abbia di queste esigenze. Se il prodotto costa come un array di fascia medio alta basati su dischi meccanici, come quelli proposti da fornitori primari, ma è molto più efficiente (anche in termini di consumi elettrici) ed è anche molto più molto più performante non penso ci siano dubbi.
In pratica si è nella situazione di spendere lo stesso denaro che si spenderebbe per un array tradizionale ma con il vantaggio di ottenere molto (ma molto) di più.
Dall’altra parte, quando un’azienda Italiana dovrebbe comprare uno storage tutto flash da un produttore primario?
Anche qui è semplice, di fornitori primari che hanno sistemi 100% flash che siano efficienti, relativamente economici, maturi e con funzionalità serie ce ne sono pochi. Se sul piatto metto anche che mi aspetterei che il mio storage SSD, preso dal fornitore primario, abbia anche lo stesso tool di management, API, funzionalità e sia integrato con quello che ho già la lista si accorcia ancora di più (tanto che chiamarla lista è difficile).
E’ ovvio che se sei già cliente di uno di questi va da solo che tutte le migrazioni hanno un costo minimo (in alcuni casi nullo) e tutti gli skill vengono preservati. Nel caso delle medie e grandi aziende la scelta diventa quasi obbligata visti i risparmi che derivano da quello che ho appena scritto.
Insomma, se le scelte vengono fatte da un punto di vista tecnico e di TCO è abbastanza facile individuare le soluzioni migliori.
Disclaimer: Sono stato invitato a questo meeting da Condor Consulting Group e loro hanno pagato per il viaggio e l’alloggio. Non sono stato ricompensato in alcun modo per il mio tempo e non sono in obbligo di scrivere articoli. In ogni caso, i contenuti di questi articoli non sono concordati, rivisti o approvati dalle aziende menzionate o da altri al di fuori del team di juku.