Ieri, parlando con Sam Curry (CTO di RSA) è venuto fuori una cosa che, fino ad ora, avevo sottovaluto: cosa cambia per l’IT manager (e il suo team) nell’era del cloud? Le nuove sfide impongono un ripensamento di questo ruolo e delle strategie che il suo team deve adottare.
Ieri, oggi e domani
Fino a ieri, il dipartimento IT di una azienda (di ogni dimensione e tipo) era oggetto di richieste abbastanza semplici, tutto sommato gestibili in casa e con skill consolidati negli anni. Le richieste provenienti da utenti e management erano decisamente meno “aggressive” di quelle attuali ed anche il business era regolato da meccanismi diversi e semplici rispetto agli attuali. Forse, se si fa una proporzione, c’erano anche più soldi nel budget rispetto alla quantità di progetti da gestire e risultati da conseguire.
Ora tutto questo si sta sgretolando sotto i piedi dell’IT manager: Gli utenti, in molti casi, si sono evoluti e pretendono molto di più, le esigenze del business impongono tempi di risposta molto più rapidi per poter competere. A questo si aggiunge la difficoltà di mantenersi aggiornati e di allargare le proprie competenze. Il rischio, fra l’altro, è di non diventare neanche un “jack of all trades and master of none” ma solo un “tuttologo” da quattro soldi.
Domani, visto il trend del numero di cose da gestire, del mobile computing, sicurezza, fronti nuovi che si aprono ogni giorno la cosa può solo peggiorare. L’inadeguatezza del dipartimento IT “vecchio stile” potrebbe diventare tale da mettere a serio rischio le capacità di fare business, di innovare e la competitività dell’azienda stessa.
Non è (solo) questione di Cloud
E’ troppo facile parlare, anche in questo caso, di cloud. Il cloud è un nuovo modo di concepire l’IT: è uno strumento e che solo non basta!
In un mondo dove tutto si sta trasformando in qualcosa-as-a-Service (*aaS) quello che deve essere il primo obiettivo dell’IT manager è ripensare al suo ruolo e al ruolo del suo dipartimento.
Anche l’IT della propria azienda deve diventare as-a-Service: ITaaS (ne parlo proprio in una presentazione del nostro Juku Unplugged!).
Aggiungo anche che, se è vero che il sogno di ogni azienda è quello di trasformare tutta la spesa possibile da CAPEX a OPEX, il quadro si fa completo.
L’IT manager (o il CIO) deve essere quello di diventare sempre di più quello che veramente dovrebbe essere un manager: prima di tutto una figura manageriale e poi una figura tecnica. Spesso, soprattutto nelle aziende medie, questo concetto è poco chiaro e ci si trova spesso a parlare con tecnici prestati al management. Il rischio quindi, sia per l’azienda che per chi gestisce l’IT, diventa proprio quello di non riuscire più a guardare avanti perché troppo concentrati a risolvere problemi comunque irrisolvibili.
ITaaS: diventare un broker
Ecco perché è necessario ripensare il ruolo di chi gestisce l’IT. L’obiettivo deve essere quello di diventare un broker: raccogliere le richieste che provengono dai clienti (utenti e management) e girarle a chi può gestirle al meglio sia in termini di costi che di risultati.
Questo non significa tutto public cloud o tutto outsourcing o tutto quel-che-vi-pare ma, al contrario, significa proprio avere il coraggio di (o farsi aiutare a) valutare qual’è il miglior strumento (e adottarlo) per risolvere e trasformare ogni problema in un’opportunità!
Nota finale
Certo, non è come dirlo, soprattutto per come sono strutturate le aziende Italiane e il rapporto che hanno con l’IT. Penso comunque che ci si debba pensare (e a fondo), soprattutto in quelle aziende che faticano a competere in un mercato globale anche per colpa di quei servizi IT che non riescono stare più al passo con i tempi…