La prima sessione dello Storage Field Day 3 è stata quella con Exablox. Exablox ha annunciato pubblicamente il suo prodotto a questo evento e questo ha reso la presentazione ancora più interessante!
L’azienda è nata nel 2010 ed ha già ricevuto 22,5M$ di finanziamenti da diversi investitori. Exablox è basata a SunnyVale (CA).
La tecnologia che sta dietro a questo prodotto è decisamente interessate: la versione 1.0 mostra solo parte di quello che ci si potrebbe aspettare ma è ovvio che Exablox ha un grande potenziale e merita darci un occhiata!
Cos’è Exablox
Exablox ha due prodotti: un box chiamato OneBlox e una cloud management paltform chiamata OneSystem.
Come ho già anticipato nel titolo è uno storage di tipo scale out e, questo è l’elemento più importante per me, ha un back-end ad oggetto particolarmente furbo.
Questa prima versione espone solo il protocollo SMB ma verranno supportati altri protocolli in futuro (NFS sarà il prossimo probabilmente). OneBlox è pensato principalmente per l’SMB, infatti al momento supporta configurazioni decisamente limitate (8 dishi per nodo con un massimo di 6 nodi per un totale di 48 HD SAS da 3,5″). In ogni caso questo è solo il primo step, in teoria l’architettura del sistema può scalare fino a centinaia di nodi e sono sicuro che, nelle prossime versioni del prodotto, Exablox sfrutterà al massimo la propria tecnologia.
La ricetta magica (l’architettura)
Questo non è uno storage SMB tradizionale e non funziona come tale, il backend ad oggetto fa tutta la magia. OneBlox non usa meccanismi tradizionali di protezione dei dati (come, ad esempio, il RAID) ma i dati sono dispersi e replicati in tutti i nodi del cluster.
In breve, tutti i nodi e i rispettivi dischi partecipano al cluster formando una specie di anello su cui vendono distribuiti i dati in modo omogeneo permettendo la massima razionalizzazione delle risorse in termini di spazio e prestazioni. Questo permette anche di ottenere un livello di protezione molto elevato, tanto che in un cluster completo si possono perdere fino a due interi nodi senza perdere l’accesso ai propri dati.
Ultimo, ma non ultimo, un sofisticato meccanismo di snapshot e la replica remota sono già disponibili come anche la funzionalità di deduplica per ridurre l’utilizzo i spazio.
Facilità d’uso
Tutta l’attività di management è demandata al tool OneSystem. Questa in realtà è un servizio che viene erogato in modalità cloud, con tutti i suoi pro (e contro).
Il vantaggio più ovvio è che l’utente non deve installare e mantenere nessun software ma anche il rischio è altrettanto evidente, visto che se la connessione ad internet dovesse cadere non è più possibile amministrare il proprio sistema.
L’interfaccia web è ben disegnata e la dashboard nella home page da le informazioni sulla salute del cluster a vista d’occhio. Aggiungere degli share o gestire AD è un gioco da ragazzi.
Ed anche aggiungere un nuovo nodo al cluster è una operazione semplice che necessita solo pochi click per essere portata a termine.
Nota finale
Il team di Exablox sta facendo un buon lavoro, questa è la versione 1.0 e ha un sacco di limitazioni (il numero di nodi, solo protocollo SMB, ecc.) ma, allo stesso tempo, mostra già un sacco di funzionalità molto interessanti e un gran potenziale per il futuro.
E’ anche economica: un appliance configurato con 32TB (8 HD da 4 TB) costa meno di 10000$ (è possibile comprare anche solo l’appliance ed aggiungere propri HD) e fa diventare questa soluzione interessante per molte applicazioni di secondo livello.
Le prossime versioni del prodotto mostreranno molto di più e sono confidente sul fatto che vedremo presto anche il supporto per Hyper-V e NFS/VMware… Con questo tipo di funzionalità Exblox può facilmente diventare una soluzione all-in-one per i clienti SMB di piccola taglia.
Dal mio punto di vista, il backend ad oggetti e l’approccio cloud di OpenSystem possono aprire un mondo di opportunità future e spero anche che Exablox sia in grado di trarne il massimo vantaggio: le mie prime idee vanno a funzionalità come la replica su Amazon S3 o un gateway sync&share attraverso OneSystem… questo è solo una mia speranza al momento ma se fossi un early adopter di questa soluzione sarebbero le prime cose che chiederei!
Disclaimer: Sono stato invitato a questo meeting da Gestalt IT e loro hanno pagato per il viaggio e l’alloggio. Non sono stato ricompensato in alcun modo per il mio tempo e non sono in obbligo di scrivere articoli. In ogni caso, i contenuti di questi articoli non sono concordati, rivisti o approvati dalle aziende menzionate o da altri al di fuori del team di juku.