Questa mattina ho fatto una interessante chiacchierata con un mio cliente. Sto parlando di un’azienda che ha oltre mille dipendenti e che ogni anno spende diverse centinaia di migliaia di euro in investimenti per la sua infrastruttura IT.
E’ un sacco di tempo che parliamo di Cloud: dei vantaggi, di come e perché adottarlo, e via così. Ma, per un motivo o per l’altro, c’è sempre stato una ritrosia e non era mai stato fatto.
Questa mattina invece ho scoperto che, dopo diversi tentativi, è riuscito a iniziare questa nuova esperienza.
Ecco il mio commento sulla vicenda.
La storia
L’azienda in questione doveva implementare un’infrastruttura per sostenere un nuovo servizio da erogare via web ai suoi clienti. L’hardware (un “banale” web server con un DB nel backend) ha un costo di circa 50.000 Euro (street price).
Il cliente aveva provato ad andare da un service provider locale ma la sua offerta “cloud” era ridicola e costosa proprio per il fatto che non era un’offerta cloud: in pratica il provider comprava l’hardware, aggiungeva i suoi servizi e noleggiava il tutto al cliente (una specie di housing/outsourcing)… il risultato è stato reputato quasi offensivo, tanto che si era ripiegato immediatamente su un progetto (l’ennesimo) da sviluppare in casa.
Alla fine, senza fare nomi, Il cliente è entrato in contatto con un grande service provider straniero che, anche se dall’estero, gli ha messo a disposizione una persona che parla Italiano e che lo ha aiutato a configurare la sua infrastruttura virtuale. Fatti due conti non ha avuto nessun dubbio ed ha subito fatto l’ordine!
Il Bello
Il cliente ha risparmiato un investimento upfront di circa 50.000 Euro per implementare l’infrastruttura, più un eventuale ampliamento di linea dati oltre al lavoro dei suoi colleghi e dei consulenti esterni per attivare il tutto. I tempi si sono ridotti da settimane (fra l’approvvigionamento e l’installazione) a pochi giorni.
Per la natura stessa dei servizi da erogare, l’infrastruttura del progetto originario era sovradimensionata proprio per non rischiare di fare brutta figura ma non era chiaro come farla crescere se le necessità dovessero aumentare. Proprio per questo I rischi sono diminuiti: in ogni caso, sia che il servizio vada bene o vada male, l’investimento è legato a quanto si è sfruttato realmente.
Insomma, dal punto di vista del cliente solo vantaggi. Vantaggi che aumenteranno perché ora è sul cloud e potrà spostarci altre cose!
Il Brutto
Chi ci rimette in tutta questa storia? I conti si fanno presto.
Prima di tutto ci ha rimesso il provider locale che non è evoluto e ha perso una opportunità, facendo anche brutta figura.
Poi ci ha perso il rivenditore che, a sua volta, non ha capito che di progetti così ne perderà tanti. Anche il rivenditore non è cresciuto e non ha capito che se non evolverà da box mover a rivenditore di cloud o non diventerà cloud provider lui stesso è destinato ad estinguersi (dopo un’agonia lunga e dolorosa).
Infine ci ha perso l’Italia tutta (e il suo PIL) perché la banda è scarsa e costa troppo (come anche la corrente, gli spazi nei DC, ecc.) ma forse e soprattutto, proprio perché i suoi imprenditori non hanno la forza di aggiornarsi: il cliente spenderà dei soldi, ma li spenderà all’estero.
Nota finale
E’ noto che la crisi fa raddrizzare le antenne e porta gli utenti a valutare molto più attentamente ogni possibile soluzione. Lo vedo anche nel mio lavoro quotidiano e le richieste di assessment che i clienti ci chiedono per muovere (tutta o parte) della loro infrastruttura sul cloud stanno aumentando sensibilmente!
C’è un movimento in atto e, come al solito, la crisi premierà chi sarà in grado di cogliere queste nuove opportunità.
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