Recentemente ho tenuto un seminario in cui ho usato questa slide. La crisi economica, specialmente riguardo alla domanda interna, non aiuta molto neanche l’IT, ma sono convinto che esistono delle opportunità interessanti.
La slide
La slide che ho mostrato (purtroppo l’intuizione non è farina del mio sacco) mostra la differenza di qualità nell’esperienza d’uso che c’è fra l’IT consumer (privato) e quello aziendale. Qualche tempo fa l’IT consumer ha superato quello aziendale e questo gap sta continuando ad aumentare. I motivi penso che siano chiari a tutti ed anche facilmente comprensibili: strumenti come gli smartphone e i tablet, i servizi cloud e altre novità sono pesantemente entrati nella nostra vita quotidiana, migliorandola, ma molto di meno in quella aziendale. Certo, i vincoli che l’azienda mette a tutto quello che fa, magari dovuti anche a motivi di sicurezza o compliance, sono enormi rispetto a quelli che si hanno in casa ma, spesso, c’è anche una certa riluttanza al cambiamento.
L’utente non ritrova in ufficio quello che è abituato ad usare a casa e quindi è frustrato, meno stimolato e con la sensazione che l’IT della propria azienda sia rimasto indietro.
Segnali di rivoluzione
Fenomeni come il BYOD (tanto per fare un esempio), ormai ineluttabili e dirompenti in molte aziende all’estero, stentano ad ingranare qua da noi e vengono osteggiati in ogni modo da chi gestisce l’IT. Molti utenti comunque ci provano e, sempre più spesso, ai più rompiscatole “fortunati” viene concesso di utilizzare strumenti personali proprio con la scusa/obiettivo di aumentare la produttività.
A questo punto l’azienda, che magari per anni ha fatto di tutto pur di non investire strategicamente in un IT, è ancora più in difficoltà perché l’utente-eccezione non fa altro che mostrare ai colleghi quanto lavora meglio, più velocemente e più serenamente!!! Un poco alla volta altri lo seguono o comunque chiedono strumenti migliori e più efficienti di quelli che gli vengono concessi.
Le opportunità
Dal mio punto di vista, esistono tre modi per affrontare la situazione:
Ignorare: mantenere un profilo basso, negare l’evidenza e continuare in una strada in cui l’IT aziendale è a supporto al traino del business e non un assett strategico su cui puntare per aumentare produttività e competitività.
Supportare: dare agli utenti un supporto superiore alla loro voglia di emanciparsi “informaticamente” e mettere in piedi politiche per aiutarli ad utilizzare gli strumenti che preferiscono. Magari anche interagire con loro quando ci sono progetti nuovi e capire insieme se adottare strade nuove ed innovative: adottare servizi innovativi sul cloud può essere molto più agile e proficuo per tutti.
Investire: creare una infrastruttura IT moderna (su un modello cloud?) che possa replicare, almeno in parte, l’esperienza d’uso che gli utenti hanno a casa. Bisogna avere la forza di ripensare l’IT in un modo più “cloud-like”: pensare sempre di più ad una sicurezza a livello applicativo invece che tradizionale, applicazioni sempre più web oriented, strumenti che permettano maggiore mobilità ed efficienza. Non è una sfida facile e sicuramente ci sono degli investimenti importanti da fare ma probabilmente quella vincente nel lungo termine.
Nota finale
Certo è che molte aziende dovrebbero ripensare molto del proprio IT e di come trasformarlo in qualcosa che possa dare agli utenti un’esperienza d’uso migliore. La sfida è grande, ma anche il gap che menzionavo all’inizio lo è… e forse lo è diventato perché è più facile rimanere passivi piuttosto che proiettarsi in avanti alla ricerca continua di soluzioni innovative.
La crisi sta piegando l’economia e c’è poca possibilità di investire, ma spesso è anche una buona scusa per fermare innovazioni che porterebbero maggiore produttività e una diminuzione di costi… forse è proprio questo il momento di guardarsi intorno.