Se c’è un’azienda che mi piace particolarmente fra quelle che ho visitato un paio di settimane fa questa è proprio Purestorage. Cerco sempre di essere imparziale ma ma anche lo stile a volte conta e i ragazzi di Pure sono sicuramente fra quelli più disponibili e non nascondono nulla di quello che stanno facendo.

L’azienda

Pure, per me, non è una novità. Li avevo già conosciuti qualche mese fa e mi avevano fatto già una buona impressione. Da un punto di vista puramente strategico hanno coinvolto Samsung fra gli investitori: La multinazionale Koreana gli offre sia i dischi su cui lavorare ma anche l’accesso ai firmware, modificati/ottimizzati apposta per ottenere il massimo da dischi MLC. Per il resto PureStorage è la classica startup californiana, finanziata da diversi VC e con tanti soldi in banca che gli dovrebbero garantire serenità durante la fase dello sviluppo.

Il prodotto

L’array è ancora in fase beta ma ci sono diversi clienti che hanno già avuto la fortuna di poter usare queste macchine in produzione. L’obiettivo è di uscire direttamente (questa estate) con un prodotto collaudato e maturo. Il posizionamento è quello enterprise con un sistema che, con la configurazione più spinta, riesce a raggiunge i 200K IOps (quello che è importante notare è che Purestorage parla sempre di workload reali e mai di teoria, questo mi piace molto!).

Lo sviluppo è continuo e il prodotto ha tutte le funzionalità che uno si potrebbe aspettare da un array SSD di prossima generazione: funzionalità per abbattere il footprint dei dati (compressione, deduplica, thin provisioning, ecc), snapshot (illimitate per volume e con la possibilità di schedularle anche a pochi secondi l’una dall’altra!), presto la replica e ovviamente tutte le integrazioni del caso con VMware (VAAI). Le ultime novità riguardano la possibilità di una configurazione Active/active dei controller mentre i protocolli sono FC e iSCSI ma, quando i clienti lo chiederanno, saranno aggiunti anche FCoE e, se non ho capito male, infiniband.
L’architettura è semplice, basata su hardware standard x86, già disegnata prevedendo l’opzione scale-out, interessante anche l’uso di NVRAM a livello di ogni singolo cassetto per ottimizzare le scritture sugli SSD evitando di saturare i canali SAS.
Economicamente parlando, se parliamo di $/GB, il posizionamento sarà comparabile con quello degli array tradizionali basati su HD (come dicono anche altri vendor di array SSD), ma il vantaggio da un punto di vista di latenze (sempre nell’intorno del mS) e IOps è enorme. E’ chiaro comunque che al momento, non avendo ancora un listino, ci si deve fidare di quello che dicono loro.
Manca una opzione NAS, forse una delle pecche più visibili anche se i responsabili di Pure hanno deciso che per ora non è di loro interesse.

Nota finale

Che dire, è chiaro che a me sono piaciuti sia l’azienda che il prodotto. Mi sono sembrati entrambi con i piedi per terra e ho avuto modo di toccare con mano il prodotto e vedere delle demo interessanti.
Il prodotto è allineato, secondo quello che ho potuto vedere, con gli altri sul mercato con ambizioni simili: significa che molto del successo deriverà sia da come saranno in grado di continuare lo sviluppo ma anche dal buon marketing.
In ogni caso, da un punto di vista pratico, quando il prodotto sarà disponibile in Europa, saranno una delle aziende da contattare quando si tratterà di acquistare uno storage SSD. Dall’altro, come per molte altre startup, sarà sempre da valutare bene il discorso dell’assistenza e della completezza dell’offerta che, soprattutto nei primi tempi, potrebbero essere i punti deboli.

Disclaimer: Sono stato invitato a questo meeting da Condor Consulting Group e loro hanno pagato per il viaggio e l’alloggio. Non sono stato ricompensato in alcun modo per il mio tempo e non sono in obbligo di scrivere articoli. In ogni caso, i contenuti di questi articoli non sono concordati, rivisti o approvati dalle aziende menzionate o da altri al di fuori del team di juku.