La settimana scorsa ho conosciuto personalmente Kevin Brown (CEO) e molti altri del management team di CORAIDAvevo già avuto modo di parlare lungamente al telefono con Kevin e ne avevo avuto un’ottima impressione, che è ulteriormente migliorata dopo questo incontro!

Filosofia aziendale

A parte la questione prodotti, su cui tornerò più avanti, quello che mi ha colpito di più di CORAID è stato l’approccio aziendale. CORAID è un’ azienda che, per un certo verso, mi ricorda le nostre aziende a conduzione familiare: dove sono più importanti i rapporti umani e i legami di fiducia che si vengono a creare nel gruppo di lavoro (compresi probabilmente i partner esterni) che il puro obiettivo economico di fine quarto.
Infatti, già dai primi momenti dell’incontro e dall’introduzione che ha fatto Audrey Cloie (presidente) sulla sua azienda ho capito subito che questa è un’azienda diversa. L’azienda è ben finanziata (35M$ ricevuti attraverso Venture capitalists) ma ha anche saputo mettere insieme un team di persone coeso e di esperienza… Uno di quei posti dove uno vorrebbe lavorare proprio per la qualità della vita.

Commodity storage

Nel precedente articolo avevo già menzionato i loro prodotti e, brevemente, come funzionano ma durante questa presentazione ho anche chiarito altri aspetti tecnici. Il prodotto, proprio per la sua natura (basato totalmente su hardware commodity), ha la sua ragione di esistere in tutti quegli ambienti dove il TCA dello storage la fa da padrone. Infatti, i clienti più importanti di CORAID li troviamo proprio nel mondo HPC, nelle soluzioni di videosorveglianza, nell’education e in tutti quei posti dove l’unità di misura sono i centinaia di PB se non i Petabyte.
Proprio a questo proposito posso menzionare che uno dei casi di successo portati ad esempio durante l’incontro è stato un deal, vinto contro uno storage vendor tradizionale, per il ministero della difesa americano dove Coraid ha consegnato una soluzione di storage da 2PB (per le applicazioni più disparate) ad 1M$ quando il concorrente aveva proposto 1PB per 11M$!
Ovviamente, oltre al notevole risparmio economico, è stato segnalato che l’infrastruttura è stata installata in pochissimo tempo (1 giorno se non ho capito male) e necessità di un solo amministratore contro i 6 necessari in precedenza! (un risultato impressionante).

Quello che ho notato è proprio questo: dal mio puntoi di vista, la soluzione non è adatta allo SMB (per ottenere una soluzione ridondata sono necessari due etherdrive e 2 appliances di virtualizzazione che ne alzano il costo oltre il limite accettabile) ma, sopra una certa quantità di spazio, diventa sicuramente appetibile e, da quello che mi è sembrato di capire, più la dimensione diventa grande più lo storage diventa relativamente economico!

La mancanza del software

Da un punto di vista software le mancanze sono molte (in particolare, non esistono tool di integrazione con le applicazioni o con VMware ad esempio) ma mi è stato detto che, per il VMworld di fine agosto (saranno presenti con uno stand), avranno molte cose da rilasciare pubblicamente e far vedere!!! 
Allo stesso modo, non manca solo il software lato host, ma anche quello più sofisticato che si trova sugli array di ultima generazione (es. deduplication, automated tiering) che, potenzialmente ne possono ridurre l’efficienza.
Anche sul lato “storage efficiency” mi è stato detto che stanno lavorando molto ma i tempi sono molto meno chiari. E’ vero che, come avevo scritto sopra, 1M$ contro 11M$ (fra l’altro per 2PB contro 1) hanno “la coda lunga” e si possono anche giustificare alcune mancanze che rischiano di far crescere sensibilmente il TCO!

Numeri e futuro

I numeri sembra che stiano premiando l’approccio “total commodity” di CORAID. Per quanto CORAID sia una azienda privata e non distribuisca i dati relativi al suo fatturato, è vero anche che stanno pubblicando un numero impressionante di casi di successo e non nascondono un certo orgoglio per i risultati che stanno ottenendo.
In più, anche se ancora molto poco strutturato, hanno un programma mondiale di reclutamento per partner che già conta diversi rivenditori in tutta europa. Anche in questo caso, come stanno facendo in molti d’altronde, la loro scelta è stata di optare per operare al 100% attraverso il canale.

Nota finale

Insomma, l’azienda c’è, il prodotto (e tutto l’ecosistema che ci gira intorno) deve crescere ma è sicuramente una opzione da non scartare a priori (non tanto per una soluzione verticale di piccole dimensioni quanto per quelle decisamente importanti in termini di spazio e performance).
Il futuro sarà sempre più dell’hardware commodity anche per lo storage, come ha detto Brentley Cloie (CTO di CORAID): “hardware is the bottle, software is the wine”, come dargli torto?