La scorsa settimana sono stato in giro per la Silicon Valley ed ho visitato diverse aziende (una più interessante dell’altra e, sicuramente, scriverò di tutte loro nei prossimi giorni).
Comunque, durante questo viaggio, la cosa più importante, è stata l’opportunità di incontrare molte persone, alcune di queste sono delle vere e proprie leggende della Silicon Valley, e di scambiare idee e ragionamenti su quello che è il loro lavoro, la visione e il loro punto di vista sul mondo (inteso come cloud o IT in generale).

In uno dei tanti incontri ho conosciuto Lane Bees (COO di zScaler) e mi ha disegnato su una lavagna il grafico che vedete qui sotto.

Il grafico rappresenta la curva di adozione del cloud dove sull’asse dell’ordinata troviamo il livello di adozione del cloud mentre sull’ascissa c’è la dimensione delle aziende.

La somma di questo grafico, più quello che riporto poco sotto (visto durante l’incontro con i365 e realizzato con dati di un’analisi Gartner che avevo già visionato in precedenza) ha  confermato quello che mi capita di vedere molto spesso qua in Italia: L’adozione del cloud è forte nella PMI (o SMB che dir si voglia) e nella grande azienda mentre lo è molto meno nella fascia media!
Cerchiamo di capire perchè.

I piccoli

Le piccole aziende sono quelle che dal cloud traggono i vantaggi più grandi ed è facile individuare qui i sostenitori più forti di questo modello. In particolare, tornando al grafico Gartner è facile intuire perchè l’adozione del cloud (soprattutto di tipopubblico) in Italia sta interessando così tanto: perchè il 99% delle aziende italiane sono SMB.

In una azienda SMB l’infrastruttura IT è sempre insufficiente: è difficile giustificare il budget (spesso non esiste un vero e proprio budget) e, in molti casi, mancano le risorse umane (spesso prestate a questa attività ma inquadrate in altro modo). L’IT aziendale è spesso visto come un costo e, quasi mai, come una risorsa!
Il risultato che si viene ad ottenere è quello che tutti conosciamo: scarsa informatizzazione e inefficienze di ogni tipo che, in alcuni casi, minano la produttività e la competitività dell’azienda stessa.

Il cloud migliora sensibilmente il rapporto che queste aziende hanno con l’IT portando, alla portata di tutti, i vantaggi di strumenti complessi e sofisticati nascondendo, nel contempo, le difficoltà di acquisire e gestire una infrastruttura tecnologica complessa.
Ora è possibile accedere ad ogni tipo di applicazione a costi veramente contenuti e allineati all’effettivo uso che ne viene fatto (pay per use).

In alcuni casi è possibile eliminare completamente l’infrastruttura (noi, in Cinetica, lo abbiamo fatto un paio di anni fa) e liberarsi di un costo difficilmente sostenibile.

La grande Azienda

In questo tipo di aziende il cloud porta vantaggi totalmente diversi. Qui, quando si parla di cloud, i numeri sono importanti e le soluzioni sono sempre più ibride (pubblico+privato). L’IT manager vede il cloud come una opportunità per fare di più con meno, o meglio di sostenere la domanda che arriva dall’interno (management) e dall’esterno (mercato) senza doversi dotare di risorse difficili da sostenere. Il cloud, quindi, diventa un supporto fondamentale per gestire carichi di lavoro variabili, delegare servizi di secondaria importanza o, quello che potrei banalmente definire “utilities”, (servizi come la posta elettronica e la sicurezza), all’esterno. (e forse anche un’alternativa all’outsourcing).

In queste aziende, infatti, è in atto un processo, sicuramente lungo ma in corso, dove l’infrastruttura attuale viene aggiornata per assomigliare sempre più ad una cloud privato in modo che possa interagire con il cloud pubblico e scambiare dati e servizi in modo sempre più trasparente!

Ne carne ne pesce

In questa specie di limbo, dove l’azienda non è una SMB ma neanche troppo grande, esiste una potenziale sacca di scarsa adozione del cloud.
Non ho dati certi e quindi suppongo che questo sia dovuto esattamente agli stessi motivi per cui il cloud ha successo negli altri settori.

L’azienda non è piccola e ha un budget IT credibile, quindi risorse (anche umane) che si possano definire tali.
Inoltre, probabilmente, sono stati fatti investimenti nel tempo che non si possono cancellare tanto facilmente. Posso anche immaginare che, in queste aziende, possa esistere una certa resistenza al cambiamento come anche una certa avversione (sia per motivi tecnici che “politici”) ad esternalizzare alcuni servizi. Immagino, ad esempio, quelle aziende che negli anni hanno adottato software gestionali verticali di piccole software house (magari su AS/400-iSeries) e li hanno personalizzati oltre ogni misura (compreso assurde integrazioni con web, mail, ecc). In Italia, esempi come quello che ho appena fatto, sono all’ordine del giorno.

Gli spazi di manovra

È ovvio che, nel tempo, l’area centrale del grafico (l’avvallamento) si ridurrà sempre più, bisogna solo capire quali sono i tempi, ma ci sono un paio di considerazioni che devono assolutamente essere fatte.
Dal punto di vista dei fornitori (cloud) è una sfida molto importante perchè il buco fra SMB e Enterprise è troppo ampio: è veramente difficile strutturare un offerta che possa avere contemporaneamente clienti SMB e Enterprise saltando il midrange!
Dal punto di vista degli operatori tradizionali (VAR, reseller, System intergrators) è ovvio che il loro mercato sia sta restringendo ogni giorno che passa, hanno altresì l’opportunità (in molti casi sono loro che hanno costruito le infrastrutture dei clienti nella fascia media del mercato) di “riciclarsi” brillantemente diventando VAR, reseller, S.I. di servizi cloud (o proporne di propri) perchè sono loro ad avere la fiducia di questi clienti!

Note finali

WOW! Volevo scrivere un pensiero e ho scritto un romanzo.
L’obiettivo era gettare la base di una discussione per capire se il mio punto di vista è condivisibile o meno, dall’altro mi sembra ovvio che il cloud sta cambiando radicalmente l’IT In tutti i suoi aspetti: sta chiudendo delle porte ma, nel frattempo, ne sta aprendo di più interessanti ed eccitanti!!!

Ogni commento è il benvenuto.