chromelogoIn US un portatile su 5 è un Chromebook. sembra incredibile ma è così. (Anche su Amazon c’è la conferma, nella classifica dei primi venti ci sono 5 Chromebook. Ho fatto una ricerca per me, alla ricerca di una soluzione alternativa per quando viaggio, e me ne comprerò presto uno. Mi chiedo anche se potrebbe essere un componente di una strategia IT aziendale.

Cos’è un Chromebook

Il chromebook è un PC a tutti gli effetti ma, invece di un classico sistema operativo, l’utente ha come unica interfaccia il web browser di Google. In pratica è un vero e proprio thin client e il massimo di se lo da quando è connesso ad internet ed ha accesso ai servizi cloud di Google.

Intendiamoci, al contrario di quanto credono in molti, funziona anche quando non è connesso. Molte applicazioni non hanno la necessità di essere sempre collegate (le stesse App di Google per l’office automation possono lavorare liberamente senza dover essere sempre connesse). I Chromebook hanno, di solito, una memoria Flash da 16 o 32 GB e possono salvare localmente dei dati che poi verranno sincronizzati sul cloud quando l’oggetto sarà connesso.

L’oggetto è quindi di una semplicità disarmante e, allo stesso tempo, limitato nelle funzionalità ma relativamente potente dal punto di vista della percezione dell’utente.

Esiste uno store con applicazioni free e a pagamento che offre molte opzioni e spesso si possono trovare ottime soluzioni a basso costo (io uso quotidianamente diverse di queste applicazioni attraverso il launcher per OSX).

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Il perchè del successo

Prima di tutto è economico, molto economico. Un Chromebook parte dai 199$ a salire. Ha le dimensioni di un MacBook Air da 11” con un’autonomia molto prolungata (alcuni arrivano a oltre 10 ore) e un peso ridotto. Inoltre, c’è molta libertà nella scelta della CPU (ce ne sono anche con CPU ARM), possibilità di scegliere fra modelli con 3G/LTE o meno e, alcuni, si caricano con un normale alimentatore USB. Google, di suo, ci aggiunge servizi per un certo valore (ad esempio 100GB di spazio sul GDrive per due anni).

image_gallery3_new_tcm_245_1500818Il primo mercato per i Chromebook è l’education. Sia le scuole, ma anche gli studenti stessi, possono ottenere dei PC a costi ridicoli se paragonati con quelli di un PC tradizionale (o di un Mac). Se ne sono accorti tutti, tanto che Microsoft ha lanciato un’offensiva veramente forte per contrastare questo fenomeno. Chi ci rimette di più in questo momento è Apple: gli iPad (costosi) non sono dei PC e i MacBook costano troppo per la maggioranza di scuole e studenti.

Gli altri fattori di successo sono legati alle caratteristiche tecniche dei prodotti, alcuni molto economici, altri con delle specifiche di tutto rispetto per portare avanti anche lavori più complessi.

Ma perchè in azienda?

chromebox-side-view-stock-700Costa meno di un thin client e ne esiste una versione da tavolo (il ChromeBox, partono da 179$).
Google ha recentemente fatto un accordo con VMware per poter far girare il client di Horizon View (VDI) sui device con sistema operativo ChromeOS. Mentre, alto Microsoft esistono diversi client RDP (uno anche sviluppato direttamente da Google). Peccato invece che non ne esista uno nativo per il protocollo HDX di Citrix.

Google ha anche rilasciato degli strumenti per gesitre flotte di Chromebook, ed anche questo è un bel passo avanti.
Certo, come al solito non è la soluzione definitiva e non va bene per tutti gli utenti… ma sarei curioso di fare un bel check di costi/benefici paragonando questa soluzione con una di carattere più tradizionale basata su thin client e portatili economici da gestire. Si parla comunque sempre di utenti che, soprattutto quando viaggiano, non hanno bisogno di grandi potenze elaborative ma devono leggere la posta, scrivere documenti, navigare sul web e poco più. (in ogni caso, la maggior parte!). Se poi l’azienda fa già uso dei servizi Google, il Chromebook è praticamente un’estensione naturale di questo ecosistema.

Il mio caso

Screenshot 2014-07-15 10.33.02Io sono alla ricerca di uno strumento che mi possa aiutare nella mia vita lavorativa quotidiana e, quando viaggio, un Chromebook è quello di cui penso di aver bisogno… in teoria. Senza togliere nulla al mio MB Air, macchina eccellente, sono molto legato ai servizi offerti da Google e molte delle cose che faccio quando viaggio si riducono a leggere, scrivere e navigare sul web. La connettività LTE e la batteria di lunga durata sarebbero la ciliegina sulla torta.

Nel mio caso è più sperimentazione, visto che il MBAir funziona egregiamente, ma la curiosità è forte visto anche che, quando viaggio, la borsa pesa troppo e sto cercando di eliminare più oggetti possibile. Purtroppo, l’assenza di un vero multitasking utilizzabile sul tablet (e dopo l’esperienza con il software del telefono sarà difficile che comprerò un tablet Samsung, unico ad avere il multiwindow su Android) mi fa ritornare sempre all’uso di un vero PC con finestre, tastiera e tutto il resto.

Nota finale

Purtroppo c’è un problema. I Chromebook in Italia non ci sono! I fornitori primari non li importano e anche fra quelli di seconda fascia la scelta è molto limitata. (se poi mi sbaglio segnalatemelo, grazie!)
Si sa, l’Italia arriva sempre dopo e la distribuzione di prodotti innovativi è sempre ritardata per qualche motivo. E’ un peccato perché sono convinto che, soprattutto fuori dall’azienda probabilmente, ci sarebbe un mercato per questi dispositivi anche qua da noi.

Speriamo che le cose cambino presto, io intanto continuo ad informarmi e me ne prenderò uno la prossima volta che vado in US.

Anche in questo caso colgo l’occasione per segnalare che presto ci sarà il Juku unplugged: i prossimi 23,24,25 settembre rispettivamente a Milano, Roma e Bologna. E’ un seminario su Cloud, virtualizzazione e storage e quest’anno il tema sarà cloud ibrido e iperconvergenza. L’evento è gratuito e riservato a utenti finali e operatori IT, ma i posti sono limitati. Se vuoi saperne di più clicca qui.